Intervista esclusiva a Nicole Berlusconi: a Martina Franca per il Progetto Islander

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CON LA MISSION DI PROMUOVERE L’ASSOCIAZIONE “PROGETTO ISLANDER”, NICOLE BERLUSCONI HA VISTATO MARTINA FRANCA E LA PUGLIA.

Intervista di Giovanna Salvatore

Nicole Berlusconi è molto giovane, bellissima e con un gran cuore.  Progetto Islander è un’associazione no-profit rivolta alla tutela dei cavalli e degli equidi in generale (pony, asini, muli e bardotti). Grazie alla sua determinazione ed all’amore per i cavalli oggi l’associazione no-profit Progetto Islander ha circa 70 cavalli a cui dedica le proprie cure. L’obiettivo è sia quello di sensibilizzare la gente ad avere maggior cura di questi magnifici animali, sia quello, chiaramente, di recuperare gli equidi che vivono in condizioni di sfruttamento o comunque disagiate.

Giovanna Salvatore ha incontrato Nicole e un volontario dell’associazione, Riccardo, durante la loro recente visita in Puglia. Di seguito l’intervista.

Giovanna: Buongiorno Nicole, parlaci un po’ del Progetto Islander: cos’è e come nasce?

Nicole: E’ un’associazione no profit nata nel 2012, all’inizio abbiamo fatto un lavoro di sensibilizzazione sul tema dei maltrattamenti e dal 2014 siamo operativi sul campo in tutta Italia. Ci occupiamo di sequestrare i cavalli provenienti da situazioni di maltrattamento, quindi riceviamo segnalazione da privati o direttamente dalle autorità che ci conoscono e che non sanno dove portare i cavalli; dopodichè interveniamo con le autorità: prendiamo i cavalli e li portiamo presso il nostro centro di recupero a Villanterio che si chiama Relais tenuta al Cigno dove la famiglia Tosi ospita i nostri cavalli e la nostra sede operativa. Qui facciamo una riabilitazione psicologica e fisica dei cavalli e poi li diamo in adozione. Questo ci permette di poterne salvare sempre di più!

G: In genere in base a quale criterio selezionate la gente a cui dare in adozione i cavalli salvati?

N: Appassionati, gente che ha voglia di dare una mano, facciamo controlli pre-affido, sono persone che prendono il cavallo per far compagnia ad un altro cavallo, per farsi qualche passeggiata, ci preoccupiamo che dopo abbiano una vita da cavallo insomma!

G: Dal 2012 ad oggi circa quanti cavalli sono stati riabilitati?

N: Circa 300, le situazioni di maltrattamento sono veramente tante, riceviamo segnalazioni non proprio tutti i giorni ma quasi.

G: In che modo è possibile inviare una segnalazione?

N: Sul nostro sito che è www.progettoislander.it, lì ci sono i contatti, la mail è segnalazioni@progettoislander.it oppure chiamandoci direttamente al numero che è possibile visualizzare sul sito.

G: Avete delle partnership con altre associazioni che vi sostengono in questo progetto?

N: Sì, collaboriamo con la Lega Nazionale per la difesa del cane, fino ad oggi abbiamo fatto alcuni sequestri in collaborazione con Lega Ambiente, abbiamo collaborato con Italian Horse Protection e col Rifugio degli Asinelli.

G: Da cosa nasce questa tua passione e volontà per la cura dei cavalli? Qual è stata la scintilla che ti ha indotta a far partire questo progetto?

N: Perché grazie ad un’amica Susanna Cottica, lei mi aveva chiesto un aiuto per un grosso sequestro, circa 200 equidi che c’era stato a Colleferro e mi aveva chiesto un aiuto più che altro mediatico e di sostegno nella raccolta fondi per mantenere tutti questi cavalli. Succede che quando effettuiamo un sequestro le autorità ti dicono che si possono sequestrare gli animali solo se l’associazione si prende carico di tutte le spese, se no succede che o non sequestrano proprio o sequestrano e danno in gestione il cavallo al proprietario stesso che è una cosa assurda. Noi come associazione adesso ci ritroviamo con questa problematica, cioè col mantenimento di tutte queste spese che sono molto elevate anche perché immagina per un cavallo servono i trasporti, cure veterinarie, cliniche, alimentazione, di tutto e di più. Poi son cavalli che provengono da maltrattamenti quindi hanno ancora maggiore necessità di tutto ciò e quindi anche tutte le altre associazioni con questo scopo hanno lo stesso problema in quanto non esiste un fondo da cui attingere.

G: In che modo provvedete alla raccolta fondi? Create eventi dedicati?

N: Noi sì, cerchiamo di creare eventi per raccolta fondi. In questo caso avevo aiutato Italian Horse Protection e da lì son venuta a conoscenza di questa realtà. Inizialmente come credo la maggior parte delle persone, credono che i maltrattamenti avvengono più sui piccoli animali, magari si sente parlare tanto di cani ecc ma in realtà il cavallo è uno degli animali più sfruttati dalla razza umana, a 360 gradi: trasporti, macellazione, agonismo, insomma ogni cosa.  Per l’agonismo viene proprio a mancare il rispetto per il cavallo, entra in circolo la competizione e il business economico che c’è dietro.

Manca proprio la cultura del rispetto per il cavallo, spesso molti dei sequestri che noi facciamo provengono non solo da metodi coercitivi ma anche da ignoranza, c’è tanta ignoranza. Ad esempio noi abbiamo problemi con le autorità, il maltrattamento etologico è difficile da riconoscere o meglio le autorità fanno fatica a riconoscerlo. Capita quindi he troviamo degli animali legati a catena, buio, fissi, senza mai uscire, ma basta che abbiano acqua e cibo a disposizione e loro ti dicono: va tutto bene!

G: Ci vorrebbe una vera e propria formazione per il riconoscimento dei maltrattamenti.

N: Sì, delle normative differenti, più tutela degli animali. Ci sono anche tante situazioni dove le autorità sanno ma non intervengono.

G: Ci vorrebbe una maggiore sensibilizzazione innanzi tutto delle autorità! Quali sono i prossimi eventi che avete in programma?

N: Bella domanda! Adesso siamo molto concentrati su un progetto che si chiama “RIABILITIAMOCI”, ovvero un’unione tra i cavalli che noi recuperiamo e le persone fragili, tipo disabili. Siamo partner con l’Università Cattolica di Milano e grazie alla Dott.ssa Antonella Artuso abbiamo creato questo progetto ed abbiamo già fatto degli incontri con i ragazzi e qualche cavallo ed è una cosa in cui noi crediamo fermamente. E’ il nostro prossimo obiettivo e siamo già pronti, abbiamo già tante persone in lista d’attesa. Stiamo per costruire un centro a Milano, in una parte dell’ippodromo di cui ci è stato dato un terreno.

Stiamo iniziando già a lavorare per “Fiera Cavalli Verona” come commissione etica e abbiamo iniziato a presentare delle normative proprio per la tutela degli animali. L’obiettivo è quello di spandersi sempre più sul territorio nazionale per avere dei volontari disponibili ad aiutarci nelle situazioni di maltrattamento e magari anche negli stalli in modo da ridurre i costi di trasporto. Qui o in Sicilia non abbiamo un punto di riferimento, diventa difficile per noi partire e andare sempre fisicamente dove ci sono queste situazioni.

G: Giannico Giuliani identifica un riferimento qui sul territorio?

N: Sì, assolutamente! Giannico è stato un incontro fortunato! Davvero ci sta aiutando tantissimo ed è fondamentale.

G: Giannico è un ragazzo in gamba, ci mette il cuore in quello che fa e credo che questo sia essenziale per collaborare con realtà come la vostra?

N: sì assolutamente, sfondi una porta aperta. Ho incontrato persone che non definirei neanche col termine “termine” persone, degli esseri spregevoli, allo stesso tempo ho avuto anche la fortuna di incontrare persone di cuore, belle, da cui io imparo tanto e che danno tanto anche a me. Trovare gente che abbia la tua stessa passione è importante, unendo le forze riusciamo a fare di più. Siamo riusciti a coinvolgere anche Riccardo. Un giorno solo mi ha detto: vengo a vedere il centro, da lì basta, coinvolto! Lui fa parte dell’Associazione con il cuore.

G: Riccardo è attualmente un volontario di Progetto Islander. Anche tu Riccardo collabori con l’Associazione dal 2012?

R: no, io da un anno circa. Vedi tante situazioni che sono davvero oscene, poi vabbè, la gente che va a cavallo è particolarmente sensibile al tema.

N: non è neanche facile perché Ricki è così, ma molte persone che provengono dal mondo delle competizioni vedono il cavallo come strumento, quindi trovano qualsiasi modo per raggiungere i propri obiettivi, che siano coericitivi o meno non gliene frega niente.

R: c’è tanta ignoranza su questi argomenti, nonostante ci siano scuole di addestramento etologico.

G: diciamo che la prima cosa quando si entra in possesso di un cavallo, a prescindere dall’utilizzo che se ne vuol fare dovrebbe essere istruirsi.

R: esatto, come la patente.

G: Come avete visto la situazione qui in Puglia per quanto riguarda i maltrattamenti?

N: qui riceviamo parecchie segnalazioni e c’è veramente tanto lavoro da fare. Facciamo un esempio: abbiamo fatto un intervento in questi giorni dove c’erano gli animali che erano messi in gravi condizioni e la cosa più grave è che era già una situazione conosciuta dalle autorità da parecchio tempo e che non hanno fatto nulla. Ci sono tantissime segnalazioni che riceviamo ed in cui la gente ci dice: “Abbiamo segnalato tante volte alle autorità ma nessuno fa mai nulla”. Si passano la palla a vicende sulle responsabilità. sicuramente c’è tanto lavoro da fare, in generale anche per il randagismo, per come vengono tenuti i cani in gabbia da soli. Non so se è ignoranza o qualcos’altro.

G: c’è anche la superficialità.

N: è inutile che si continui a parlare, bisogna concretizzare, il cane a catena non si può tenere, c’è una legge, non si fa punto e basta. Non è che per tutti lo fanno dev’essere così.

G: Certo, l’eccezione non deve diventare consuetudine. Il fatto che in molti lo facciano non è un attenuante, anzi chi vede che il proprio vicino ha il cane a catena dovrebbe fargli notare che è sbagliato e dare il buon esempio. Quindi voi collaborate in maniera attiva con le altre associazioni che tutelano gli animali?

N: sì assolutamente, per quanto riguarda i cani è risaputo che qui nel sud Italia ci sono molti canili dove arrivano convenzioni ecc, ma invece di utilizzare i soldi per dar da mangiare agli animali se li tengono loro e poi magari non li danno nemmeno in adozione perché più cani hanno maggiore è il contributo che si riceve. C’è davvero tanto business economico dietro a questa cosa.

G: cosa ti piace di Martina Franca?

N: mi è piaciuta molto, è una città meravigliosa. Quello che più mi ha colpito sono queste distese di terra e l’ospitalità ricevuta.

G: ultima domanda, uno slogan della vostra associazione?

N: non c’è uno slogan preciso ma sulla prima maglietta fatta c’era scritto :

“NON VOGLIO IL PRINCIPE AZZURRO MA VOGLIO IL SUO CAVALLO!”

G:martina channel si impegna a comunicare a Progetto Islander tutte le segnalazioni che ci verranno comunicate, quindi in caso di situazioni anomale non esitate a contattarci!